“Si sostiene in carcere” è il nome del progetto nato grazie al Soroptimist Club, destinato alle detenute madri
La recidiva dopo un periodo di carcere tocca punte del 70 per cento ma, secondo i dati pubblicati da cooperative che si occupano del reinserimento sociale degli ex detenuti, si riduce fino al 15 per cento se già durante il periodo di detenzione vengono svolte attività professionali da parte degli stessi detenuti. Sono dati importanti poiché sottolineano quella che potrebbe essere una soluzione a più problematiche legate al mondo degli istituti penitenziari, dal sovraffollamento alla recidiva che incide sull’intera società.
“Si sostiene in carcere” è il nome di un nuovo progetto nato a Milano all’Icam (l’Istituto a custodia attenuata per le detenute madri) grazie al Soroptimist International d’Italia (con il sostegno di Fabbri 1905), che ha coinvolto anche Genova e Vigevano: si tratta di un percorso di corsi professionali di gelateria artigianale che si svolge in sei tappe e rivolto in particolar modo alle sezioni femminili. A Milano è già partito, così come all’istituto penitenziario Pontedecimo di Genova e al carcere di Vigevano; a ottobre sarà attivo alla casa circondariale di Bollate, poi a Mantova e Bologna.
La prima tappa del corso si è svolta a Milano grazie alla gelatiera Rosa Pinasco: a partecipare sono state cinque giovani mamme, che hanno così potuto apprendere tecniche e segreti del mondo della gelateria. Il corso rilascia un attestato finale, così che in futuro possa essere usato per dimostrare sia l’impegno sia le competenze acquisite.
Ma il percorso non finisce più: i due Soroptimist Club di Milano hanno donato la macchina professionale con cui poter preparare i gelati, così che le detenute possano continuare a lavorare al progetto. L’obiettivo sarebbe quello di vendere il gelato all’intera città di Milano, realizzando all’Icam un punto vendita aperto al pubblico.